Giornata mondiale della bicicletta: la certificazione ISO 39001 per ridurre il rischio incidenti
Oggi, 3 Giugno 2022, si festeggia la Giornata mondiale della bicicletta. Questo mezzo di trasporto, da sempre molto amato e simbolo di un trasporto sostenibile, è, purtroppo, coinvolto frequentemente in diversi incidenti stradali.
I dati provenienti dall’Osservatorio ASAPS – Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale – riportano una stima preliminare del numero di vittime e feriti da incidenti in bicicletta nel 2021 rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali italiane e riportate sui diversi mass media. Osservando i dati è ben visibile l’impatto derivato dalla pandemia Covid 19: il numero di decessi nel 2021 risulta, infatti, superiore al 2020, ma inferiore in confronto al totale del 2019. Lo scorso anno, infatti, pur non essendoci stato un vero lockdown come nel 2020, la circolazione stradale è risultata limitata dalla restrizioni in atto soprattutto nel primo semestre, facendo riferimento agli obblighi in vigore di coprifuoco e zone rosse. Ciò nonostante, il numero di vittime in bicicletta ha toccato quota 180, circa un morto ogni due giorni.
I sinistri in bici: evoluzione delle stime
Il rapporto sul tasso di incidenti che coinvolgono ciclisti indica 180 vittime, quest’ultimo non considera però tutti gli individui che vengono trasportati in ospedale in codice rosso e che perdono la vita nell’arco dei 30 giorni successivi al ricovero. Ciò potrebbe portare ad incrementare il tasso di mortalità di circa il 30%. Secondo le stime, in Italia nel 2021, sono ben 989 i casi di investimenti di ciclisti ricoverati in codice rosso in prognosi riservata, presso gli ospedali, cifre davvero elevate se si considera il momento storico, con le terapie intensive che sono state sotto pressione per il Covid 19 per diversi mesi. Confrontando le stime tra il 2018 e il 2021: la cifra di 180 vittime (2021) è superiore ai 169 morti registrati nel 2020 ma inferiore ai 253 del 2019 e ai 219 del 2018, ovvero gli ultimi due anni prima della pandemia.
Principali cause di incidenti
L’ indagine di ASAPS riporta che, su 180 ciclisti deceduti nel 2021, 162 erano uomini e appena 18 donne. Andando ad analizzare le regioni la classifica per numero di incidenti vede in cima l’ Emilia Romagna e la Lombardia con 32 decessi, seguiti dal Veneto con 19, Piemonte 16, Toscana e Puglia 14, Sicilia e Campania 10. Ma quali sono le cause principali di decesso?
In tre casi – riporta ASAPS – la morte è derivata da una caduta del ciclista dopo che l’automobilista aveva aperto la portiera senza verificare la presenza di altri utenti della strada. Dato fortemente negativo: il 10% dei sinistri mortali ha visto la fuga del responsabile della collisione. Tra gli incidenti registrati vi sono anche sinistri con bici elettriche e reclinate, utilizzate solitamente da persone disabili. Dall’altro lato, tra i veicoli investitori segnalati vi sono: autovetture, autocarri, motocicli, un bus e persino un trattore. Ci sono state anche moltissime uscite di strada autonome, talvolta dovute alle condizioni del manto stradale.
Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030
Per aumentare la sicurezza stradale bisogna intervenire su diversi fattori di incidentalità:
- il miglioramento delle infrastrutture e dei veicoli, anche attraverso l’uso dell’innovazione tecnologica;
- la maggiore consapevolezza di tutti gli utenti della strada dei fattori di rischio e della necessità di adottare comportamenti prudenti;
- l’aumento dei controlli delle forze di polizia anche per prevenire condotte scorrette.
Quest’ ultimi sono solo alcune delle linee generali di azione contenute nel nuovo “Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030” che ha l’ obiettivo di ridurre del 50% entro il 2030 le vittime e i feriti gravi degli incidenti rispetto al 2019.
“La sicurezza stradale è un fattore centrale della mobilità sostenibile. Le azioni previste nel Piano 2030 si basano su una visione sistemica, incentrata sulla qualità dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture” – afferma il Ministro Giovannini.
La certificazione ISO 39001 per ridurre il rischio incidenti
Tra le cause di incidenti sono, non di rado, coinvolti veicoli ad uso lavorativo. Anche le organizzazioni possono contribuire a ridurre il rischio di incidenti. Come? Uniformandosi agli standard previsti dalla norma ISO 39001.
Con l’ implementazione di un sistema di gestione RTS – Road Traffic Management System – la norma UNI EN ISO 39001 è lo standard internazionale per la gestione della sicurezza stradale. Quest’ultima comprende tutti gli aspetti della gestione del rischio e della conformità legislativa. Il Sistema di gestione RTS ha come scopo la prevenzione, la corretta gestione, il controllo, il monitoraggio costante dei rischi ed il miglioramento continuo delle prestazioni in materia di sicurezza stradale.
Nello specifico, la Certificazione ISO 39001 è destinata a: società di trasporto pubblico e/o privato, società di manutenzione stradale, società di trasporto e logistica, aziende che fanno uso di mezzi di trasporto aziendali. Il Sistema di Gestione della Sicurezza Stradale ISO 39001 del 2016 si integra con altri Sistemi di Gestione quali: ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001, SA 8000.
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